domenica 19 maggio 2013

Milano - Oggi è il giorno del lutto per le vittime di Niguarda

Milano - Si sono svolti oggi i funerali delle tre vittime della furia di Mada Kabobo proprio una settimana fa a Niguarda, anche se come richiesto dalle famiglie che hanno espresso un'esigenza di riservatezza si sono tenute tre cerimonie differenti. Anche se è passata una settimaa dalla grave aggressione che ha avuto per protagonista in zona Niguarda a Milano il ghanese Mada Kabobo, presente in modo irregolare nel nostro Paese, il dolore e la rabbia in chi ha perso una persona cara non si sono ancora sopiti ed è tornato quindi d'attualità il problema sicurezza nel capoluogo lombardo. Per manifestare un abbraccio simbolico nei confronti delle famiglie il sindaco Pisapia ha così proclamato per la giornata di oggi il lutto cittadino proprio perchè era innanzitutto importante dare un segno tangibile di come l'amministrazione comunale non voglia rendere vano, per quanto possibile, il sacrificio delle vittime. Il primo cittadino milanese ha così invitato tutti i residenti a osservare un minuto di silenzio in concomitanza con l'inizio dei funerali previsti alle 11 e alle ore 14.45, mentre Palazzo Marino per tutta la giornata si è presentato con la bandiera a mezz'asta.
Tra i tre funerali quello più toccante è stato certamente quello di Daniele Carella, il ventunenne che è stato aggredito da Kabobo mentre consegnava i giornali con il papà a dimostrazione della grande buona volontà che ha sempre dimostrato per rendersi utile per gli altri ed è per questo che la Chiesa era davvero gremita di giovani. Nel corso della cerimonia non hanno voluto mancare anche importanti personaggi delle istituzioni e così oltre a Pisapia erano presenti anche il presidente della Provincia Guido Podestà, l’assessore regionale Valentina Aprea, l’assessore provinciale Stefano Bolognini, gli assessori comunali Carmela Rozza e Cristina Tajani, il consigliere Riccardo De Corato. La zona vicino a dove abitava e dove si è svolta la cerimonia, come era stato espresso anche dagli amici, sarà però sempre legata al nome dello sfortunato ragazzo visto che proprio ieri è stato annunciato che la piscina comunale di via Graf sarà intitolata a lui. All'arrivo della salma è partito un applauso da parte di centinaia e centinaia di giovani arrivati da tutta la città, ma commovente è stato anche il lancio dei palloncini a forma di cuore avvenuto al termine della cerimonia.
Il primo funerale, celebrato in mattinata, è stato però quello di Alessandro Carolè, la prima delle vittime rimasto ucciso sul colpo mentre stava semplicemente prendendo un caffè al bar e anche qui erano presenti diverse autorità come Pisapia con gli assessori Pierfrancesco Majorino e Lucia De Cesaris, l'assessore regionale alla Sanità Mario Mantovani, il presidente della Provincia Guido Podestà e il capo della Polizia Locale Tullio Mastrangelo. Nel corso dell'omelia il parroco si è rivolto proprio al povero Alessandro per sottolineare il fatto che lui continuerà a vivere, anche se in modo diverso al fianco dei suoi cari: "Abbiamo bisogno di aiuto e i tuoi familiari dovranno anche affrontare la rabbia perché la sensazione è quella di non avere risposte. Aiutaci a vigilare perché il dolore non si trasformi in odio. Io sono certo che questo tu non lo vuoi". Tante persone in piedi, e anche rimaste fuori sul sagrato, anche nel primo pomeriggio nella chiesa di San Martino, per i funerali di Ermanno Masini, 64 anni, il pensionato che si era fatto benvolere da parte di tutte le persone che lo conoscevano. A rappresentare le istituzioni, il vicesindaco Lucia De Cesaris con gli assessori alla Sicurezza Marco Granelli, al Commercio Franco D’Alfonso e alla Cultura Filippo del Corno, il presidente del consiglio provinciale Bruno Dapei, il presidente del consiglio di zona Beatrice Uguccioni e diversi consiglieri. Ad accogliere il feretro anche Ettore Fusco, sindaco leghista di Opera. Non è stato quindi un caso che il parroco abbia voluto ricordare che gran persona era il povero pensionato e manifestando quindi "la gratitudine di tutta la parrocchia a Ermanno per tutto il bene che ha fatto come volontario, ma anche la mia gratitudine per tutta la collaborazione che mi ha dato con una grande discrezione. La sua vita è stata una grande testimonianza di condivisione, gratuità e operosità per il bene, ma anche la sua morte è stata un supremo insegnamento. Ermanno che pensava all'eterno ci ha insegnato che si può spendere la vita per il bene".

(fonte: milano.ogginotizie.it)

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