martedì 21 maggio 2013

ASFALTO ITALIANO, MA QUANTO MI COSTI


Le previsioni già accennate anche in questo sito si sono verificate, in tutta Italia abbiamo assistito a fenomeni più o meno intesi di forti precipitazioni.
Oggi, con il primo sole, forse durerà fino a sera, ho assistito alla riparazione del manto stradale di una strada di scorrimento importante, che per deontologia non riporto.
Lasciamo perdere il decantato d.lgs. 81/08 e le norme stradali sui cantieri mobili, il fatto, due operai con il loro “camioncino”, incuranti del traffico di quel momento, quando scorgevano una buca lungo la corsia di marcia percorsa,  fermavano il mezzo, scendevano e muniti di badile chiudevano l’avvallamento con il c.d. asfalto a freddo.
Non essendo un tecnico spero che queste riparazioni siano efficienti, è vero almeno hanno provveduto a rendere la buca meno profonda.
Come letto in diversi quotidiani, la riparazione stradale post invernale è un elemento che trova fondamento nei bilanci degli enti proprietari delle strade, speriamo che non accada come per lo sfalcio dell’erba già oggetto di pubblicazione in questo sito.  
Per correttezza riporto alcune news apparse in sito on line sull’argomento:  
Le buche stradali sono comparse in gran parte delle città italiane e sulle strade statali e provinciali durante i mesi freddi. Ma non diteci che d’inverno tutto questo è normale. In Germania o Irlanda (dove piove 275 giorni all’anno) le strade non diventano campi da motocross e la riasfaltatura avviene mediamente ogni 7/8 anni. Soprattutto mettono a posto le strade prima (non aspettano che qualcuno si faccia male) e meglio (utilizzando materiali migliori).
Milano, Ambrogio salvaci tu
Di seguito vi illustriamo la situazione di Milano, costellata di buche sia in periferia che nel decantato centro: polo economico e finanziario del nostro Paese, si presenta al visitatore con un biglietto da visita che ricorda le strade di Kabul (guardate per esempio lo scempio del pavé in via Senato o i binari morti del tram in via Palestro)
Il Comune ha avviato il Progetto Ambrogio, che consente ai cittadini di inviare segnalazioni alle zone e ai vigili di quartiere per predisporre interventi urgenti sul territorio; bene, di queste segnalazioni circa il 10% riguarda le buche sulle strade.
E a poco serve che il Comune di Milano giochi a rimpiattino con le aziende che hanno svolto i lavori di asfaltatura. Nel caso eclatante di via Palmanova la colpa ricadrebbe sulla ditta che ha svolto i lavori, che rifarà l’asfalto senza ulteriori spese (e ci mancherebbe) entro il mese di giugno (sino ad allora gli automobilisti possono incrociare le dita o cambiare strada).
La ditta che ha asfaltato via Rubattino è invece fallita e al Comune toccherà riasfaltare la strada con un evidente raddoppio delle spese. Ecco dove finisce parte della nostra IMU, verrebbe da dire. Il Comune di Milano stanzierà 35 milioni di euro per aprire 30 cantieri nel mese di aprile con l’obiettivo di risanare 600 strade (sulle oltre 3.000 da sistemare).
Il denaro per la sicurezza non manca
Quello della mancanza di fondi è un problema grave lamentato dalla Pubblica Amministrazione, che vantadebiti esorbitanti nei confronti dei fornitori privati (si parla di 100 miliardi; di questi i primi 40 verranno versati alle aziende nel 2013 e nel 2014 in virtù del Decreto del Governo).
Ma allora è lecito chiedersi dove vanno a finire i proventi delle multe incassati dai Comuni.
Il Codice della Strada stabilisce che il 50 per cento dei proventi delle multe spettanti alle regioni, alle province e ai comuni sia devoluto a finalità quali il miglioramento della circolazione sulle strade, il potenziamento della segnaletica stradale, la fornitura di mezzi tecnici necessari per i servizi di polizia stradale di loro competenza, la realizzazione di interventi a favore della mobilità ciclistica nonché interventi per la sicurezza stradale in particolare a tutela degli utenti deboli.
A quanto ammonta questo 50 per cento? A tanti, tanti soldi. I capoluoghi di regione incassano ogni anno circa 700 milioni di euro dalle sanzioni alla violazione del Codice della Strada. Se davvero la metà di questa cifra venisse investita in sicurezza, avremmo strade più sicure. Invece i Comuni non indicano con precisione come viene utilizzato questo denaro e spesso, sotto la voce sicurezza, ricadono anche gli acquisti dei mezzi della polizia locale.
Le trincee di Roma
Vai a Roma e le cose non migliorano di certo, complici i sanpietrini che poco sopportano la pioggia e il traffico dell’Urbe. Ce ne parla il nostro Alfonso Rago.
 «Monta in sella, accendi il motore e spera di non cadere»: è il mantra che si ripetono ogni giorno i 600.000 motociclisti romani. Lo scenario, in centro e periferia, è sempre eguale: buche, dossi, crateri, brecciolino scomposto e asfalto spaccato, elementi che rendono il viaggio una vera odissea lungo l’intero asse della città. Non parliamo di manutenzione preventiva, che a queste latitudini è concetto sconosciuto: ci si limita a tamponare le emergenze quando davvero non è più possibile rinviare gli interventi e poi si chiudono entrambi gli occhi sulla qualità dei lavori di ripristino del manto stradale, dopo l’apertura di scavi per le tubature di acqua o gas.
 Secondo i dati forniti dalla Fondazione Ania, sono 750 i black point pericolosi per automobilisti e centauri segnalati sulle strade romane, vale a dire ben il 15% del totale rilevato sul territorio nazionale. Di questi “punti a”, oltre il 50% è costituito da buche, e quasi 20 sono i punti di allagamento dovuto a scarso drenaggio delle acque in caso di piogge. Le maggiori criticità si riscontrano non solo sulle grandi arterie e sulle consolari più trafficate, ma anche nei quartieri residenziali e in periferia, finanche sul Lungotevere in Augusta a un passo dall’Ara Pacis. 
Ad aumentare in modo impressionante negli ultimi anni anche le voragini: ben 72 nel 2012 (oltre il 60% rispetto al 2011 e 10 automezzi finiti in buca) e già 23 nel primo trimestre 2013. Un vero bollettino di guerra, insomma, che sconvolge il traffico e la vita dei romani. I quali, per inciso, il prossimo 26 maggio dovranno eleggere il nuovo sindaco. Forse siamo stati distratti, ma non ci pare di aver letto in nessuno dei manifesti elettorali riferimento o impegni nei confronti dello stato delle strade comunali.
Cerchio o sospensione k.o. Ecco cosa fare
Sono numerosi i cittadini che hanno subito un danno al veicolo causato dalle buche, tanto che sono gli stessi Comuni e gli enti gestori delle strade a indicare la via da percorrere per ottenere il risarcimento.
Fate le foto al danno riportato e, ovviamente, alla buca (semplice con i cellulari di oggi). Raccogliete la testimonianza scritta di chi ha assistito all’incidente, oltre ai suoi dati identificativi. In seguito inoltrate i documenti prodotti all’ente che ha in gestione la strada, allegando il preventivo di spesa o la fattura.
Scatta e twitta la buca
A tutti voi chiediamo di raccontarci la vostra esperienza e di descrivere lo stato delle strade che percorrete ogni giorno in auto e in moto. Raccontateci le situazioni peggiori, ma anche gli esempi virtuosi dei Comuni che investono nella nostra sicurezza.
Ecco per ultimo Napoli così abbiamo toccato le tre grandi città italiane. Lo stesso problema si verifica anche nei  piccoli centri.
Napoli, De Magistris indagato per le buche stradali. “Sono sorpreso e arrabbiato”
La procura partenopea ipotizza per il sindaco e per l’assessore alla Viabilità i reati di attentato alla sicurezza stradale e omissione di atti d’ufficio. Il primo cittadino: “Cosa avrei dovuto fare? Mi hanno consegnato un ente in dissesto finanziario”
Nei provvedimenti emessi dal pm Stefania Buda e dal procuratore aggiunto Francesco Greco si ipotizzano i reati di attentato alla sicurezza stradale e omissione di atti d’ufficio. De Magistris e la Donati sono stati invitati a presentarsi al pm per essere ascoltati sulle cause dello stato di dissesto di diverse strade napoletane. Gli interrogatori sono fissati entro la prossima settimana. L’indagine della procura, che prende spunto da numerosi incidenti causati dalle condizioni delle strade e dalle segnalazioni di abitanti sia nei quartieri del centro sia in periferia, è concentrata sugli interventi di riparazione, sui materiali adoperati e sui costi sostenuti. L’attenzione degli inquirenti è estesa anche alle ingenti somme che l’amministrazione comunale è costretta a versare a titolo di risarcimento danni, soldi che sarebbero potuti servire a riparare le strade. Tra le ipotesi formulate dagli investigatori, vi è anche quella di lavori eseguiti dalle ditte in maniera sommaria per poter indurre il Comune a disporre nuovi interventi per la messa in sicurezza. Agli atti dell’inchiesta anche la copiosa documentazione messa a punto dai carabinieri sullo stato delle strade cittadine.
Si dice sorpreso De Magistris: “Chiamare un sindaco come indagato per le buche mi sembra un fatto inverosimile. Accanto allo stupore, questa mattina, ho provato anche rabbia. Un sindaco senza risorse, a cui hanno consegnato un ente in dissesto finanziario, cosa avrebbe dovuto fare?”, si chiede. De Magistris ricorda di essere alla guida di un ente “strozzato dai tagli statali e regionali, soffocato dal patto di stabilitàe dalla spending review, costretto ad aderire ad un piano di pre-dissesto per evitare il collasso e il crac finanziario dell’ente e dell’intera economia cittadina. Cosa si sarebbe dovuto fare? Questa amministrazione ha investito tutte le poche risorse disponibili nella manutenzione del manto stradale e nel trasporto pubblico, sempre di più lo faremo perché crediamo in questa missione che è il governare, anche il governare in condizioni drammatiche, senza soldi e senza aiuti, ma con la sola forza del convincimento e della passione, nell’interesse dei beni comuni e del pubblico”.
Dopo questo excursus cerco di trasmettere dei consigli in caso di incidente stradale per causa di una buca.
Se avete subito un danno a causa di una buca o per il manto stradale dissestato, ecco cosa occorre fare per ottenere un risarcimento, è bene chiedere l’intervento delle Forze di Polizia Stradale.
In caso le pattuglie non possono intervenire per ragioni istituzionali, avvisate il dell’insidia stradale e con una corposa documentazione fotografica e tecnica potete richiedere l’eventuale risarcimento all’Ente proprietario della strada.
Ricordatevi, come già analizzato anche da questo sito, l’attuale giurisprudenza è selettiva in casi analoghi, infatti, se la buca, avvallamento o insidia è conosciuta dall’utente della strada, la Corte di Cassazione si è espressa a favore dell’Ente.
Quindi, in casi come stanno verificandosi in questi giorni, dove la percentuale della buche, a causa delle pessime condizioni atmosferiche sono frequenti, il consiglio è quello di utilizzare una guida attenta e corretta, onde evitare inutili ricorsi che spesso non appagano quanto effettivamente danneggiato.
fonte: motorioggi.it 
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