venerdì 31 maggio 2013

Partiti, stop al finanziamento pubblico; Casa, torna l’eco bonus e sale al 65% Ai partiti il 2 per mille e detrazioni

Prorogati al 31 dicembre dal cdm
i benefici per le ristrutturazioni delle case e il risparmio energetico : ma solo se riguardano il 25% del palazzo
Via libera del Consiglio dei ministri alla proroga dei bonus fiscali per le ristrutturazioni e il risparmio energetico. Il bonus per l’efficienza energetica è prorogato dalla fine di giugno al 31 dicembre 2013 e sale al 65%. La bozza entrata in Cdm prevedeva invece una percentuale più alta pari al 75%.  

La proposta entrata in Cdm, secondo fonti di governo non sarebbe stata accolta dal ministero dell’Economia. L’ecobonus per l’efficienza energetica varrà se gli interventi saranno «importanti», ovvero se implicheranno la riqualificazione di «almeno il 25% della superficie dell’involucro» del palazzo.  

Dal cdm via libera anche al disegno di legge per l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.  
I partiti che non adotteranno uno statuto, con criteri di trasparenza e democraticità, non potranno essere ammessi a benefici quali le detrazioni per le erogazioni volontarie, la destinazione volontaria del 2 per mille e la concessione gratuita di spazi e servizi. Erogazioni volontarie con detrazioni del 52% per gli importi fra i 50 e i 5.000 euro e del 26% per tutti gli altri fino a un massimo di 20mila; destinazione volontaria del 2 per mille; concessione gratuita di spazi (anche tv) e servizi. Sono gli unici canali di sostegno ai partiti previsti nella bozza di Ddl entrata in Cdm. 

Il «Cdm ha appena approvato il ddl di abrogazione del finanziamento pubblico partiti e passaggio a incentivazione fiscale contributi cittadini». È il tweet con cui il premier Enrico Letta ha confermato il via libera. L’abolizione comunque sarà graduale e spalmata nell’arco di tre anni l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, che sarà ridotto al 60% il primo anno, al 50% il secondo anno e al 40% al terzo anno, per poi essere abolito del tutto.  

(fonte: lastampa.it)

PANSA E' IL NUOVO CAPO DELLA POLIZIA

Via libera dal consiglio dei ministri: scelto il successore di Manganelli.
Ex prefetto di Napoli, una carriera in prima linea contro la criminalità
ROMA
Il consiglio dei ministri ha nominato Alessandro Pansa, 62 anni, capo della Polizia su proposta del ministro Alfano. Dovrà raccogliere una pesante eredità, quella dello scomparso prefetto Antonio Manganelli.  

Pansa è un prefetto che proviene dalla polizia, dove è stato al Servizio centrale operativo assieme a Manganelli e a Gianni De Gennaro. Pansa è stato anche prefetto di Napoli.  

Nato a Eboli in provincia di Salerno, il 9 giugno 1951, ha due figli. Laureatosi in giurisprudenza presso l’università degli studi di Napoli, nel 1975 entra nella Polizia di Stato e opera in Calabria, sia nel settore del contrasto alla criminalità organizzata che al terrorismo. A Roma dal 1982, si legge nella sua biografia ufficiale, continua a svolgere attività investigative contro il traffico degli stupefacenti e la criminalità organizzata, sia a livello nazionale che internazionale. Specializzatosi anche nel contrasto della criminalità economica, contribuisce alla costituzione del servizio centrale operativo, la struttura investigativa di vertice della Polizia di Stato, divenendone poi il direttore nel 1996. In tale ufficio realizza indagini d’importanza notevole a livello internazionale contro il crimine transnazionale. Conduce anche attività investigative contro le organizzazioni mafiose ottenendo risultati operativi importanti, nonché la cattura di latitanti pericolosi.  

Nominato Prefetto nel giugno 2000, assume l’incarico di direttore centrale per la polizia stradale, ferroviaria, postale, di frontiera e dell’immigrazione. L’11 luglio 2003 gli viene conferito l’incarico di direttore centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere. Il 7 novembre 2005, il consiglio dei ministri lo nomina vice direttore generale della pubblica sicurezza, nonché direttore centrale della polizia criminale. Il 4 gennaio 2007 è nominato Prefetto di Napoli. Dal 6 luglio al 31 dicembre 2007 ricopre anche l’incarico di Commissario di governo per l’emergenza rifiuti nella Regione Campania e dal 31 maggio 2008 anche di Commissario delegato per l’emergenza degli insediamenti di comunità nomadi nel territorio della regione Campania. Dal 30 agosto 2010 assume l’incarico Capo del dipartimento per gli affari interni e territoriali.  

E’ stato membro di alcuni organismi internazionali per la lotta alla criminalità organizzata; nel 2003 ha presieduto il comitato strategico su immigrazione, frontiere e asilo del consiglio dell’Unione europea a Bruxelles; ha insegnato, per molti anni, tecnica dell’indagine di polizia giudiziaria presso la scuola superiore di polizia e poi ha insegnato presso la scuola superiore dell’amministrazione dell’interno; ha tenuto numerosi seminari presso università statali e private. E’ stato consulente della commissione parlamentare sull’applicazione dell’accordo di Schengen, oltre che delle commissioni parlamentari sul ciclo dei rifiuti e antimafia. Ha fatto parte di comitati scientifici di alcune riviste o osservatori sui fenomeni della criminalità; è autore di numerosi articoli pubblicati da riviste specializzate e da organi d’informazione. E’ coautore di diversi testi. 

(fonte: lastampa.it

POLIZIA LOCALE: I COMUNI SPENDONO MENO

Diminuisce la spesa per la polizia locale dei comuni italiani. Anzi no. Spulciando il rapporto "I bilanci consuntivi delle amministrazioni comunali" relativo al 2011, diffuso oggi dall'Istat, si scopre che due anni fa la spesa complessiva dei quasi 8.100 comuni italiani per la polizia locale è stata pari a 3,19 miliardi di euro, l'1,7% in meno rispetto ai 3,25 miliardi del 2010. Tuttavia, siccome la spesa complessiva dei comuni è diminuita di una misura più marcata, la percentuale di spesa per la polizia locale, rispetto alla spesa
complessiva è aumentata, passando dal 4,5 al 4,6%.
Differenziazione geografica. Tornando alla spesa complessiva, il disaggregato per macroaree mostra andamenti diversi. La zona del paese dove la spesa è diminuita di più è il Sud (-4%), seguito dal Nordest (-3,4%) e dalle Isole (-1,6%). In crescita, invece, è risultata al Centro (+0,8%) mentre nel Nordovest la diminuzione è stata sensibilmente inferiore alla media nazionale (-1,1%). Tornando, invece, alla quota di spesa in rapporto a quella complessiva, le "Funzioni di polizia locale" sono al sesto posto della classifica dopo le "Funzioni generali di amministrazione, gestione e controllo" (28,9% della spesa complessiva), "Funzioni riguardanti la gestione del territorio e dell'ambiente" (20,9), "Funzioni nel campo della viabilità e dei trasporti" (14,7%), "Funzioni nel settore sociale" (13,4%), "Funzioni di istruzione pubblica" (9,1%).
Le voci di spesa. Alle spalle delle "funzioni di polizia locale" si trovano:
- "Funzioni relative alla cultura ed ai beni culturali" (3%)
- "Funzioni nel settore sportivo e ricreativo" (1,9%)
- "Funzioni relative a servizi produttivi" (1,2%)
- "Funzioni nel campo dello sviluppo economico" (1,1%)
- "Funzioni nel campo turistico" (0,7%)
- "Funzioni relative alla giustizia" (0,5%).
(fonte: quattroruote.it di Mario Rossi)

giovedì 30 maggio 2013

RITARDO NELL’ACCERTAMENTO DELLA GUIDA IN STATO DI EBBREZZA, SENTENZA CORTE DI CASSAZIONE IV SEZ. PENALE N° 18572 DEL 24/04/2013

LA CORTE DI CASSAZIONE HA RIGETTATO IL RICORSO DI UN AUTOMOBILISTA CONDANNATO IN PRIMO GRADO ED IN APPELLO PER GUIDA IN STATO DI EBBREZZA EX ART. 186 CC. 1 E 2 C.D.S. SULLA BASE DEL FATTO CHE IL RITARDO NELL’ACCERTAMENTO DEL REATO ERA STATO A LUI IMPUTABILE.

IL CASO E’ QUELLO DI UNA CONDANNA DI PRIMO GRADO A TRE MESI, AMMENDA DI EURO 5.000, SOSPENSIONE DELLA PATENTE DI GUIDA PER DUE ANNI E CONFISCA DEL VEICOLO, PENA CHE E’ STATA POI MODIFICATA IN APPELLO RIDUCENDO LA DURATA DELLA SOSPENSIONE DELLA PATENTE AD UN SOLO ANNO MA CONFERMANDO IL RESTO.
L’AUTOMOBILISTA CONDANNATO AVEVA, ASSISTITO DAL PROPRIO AVVOCATO, PROPOSTO RICORSO IN CASSAZIONE SULLA BASE DI DIVERSI MOTIVI DI DOGLIANZA.

PER QUANTO RIGUARDA IL PRIMO MOTIVO VENIVA DENUNCIATA LA “contraddittorietà e LA manifesta illogicità della motivazione” PERCHE’ ERA TRASCORSO, TRA IL CONTROLLO DA PARTE DELLE FORZE DELL’ORDINE ED IL SUCCESSIVO ACCERTAMENTO DELLO STATO DI EBBREZZA, UN LASSO DI TEMPO ECCESSIVO. A SUO DIRE QUESTO LASSO DI TEMPO AVEVA INVALIDATO L’ACCERTAMENTO GETTANDO DEI DUBBI CIRCA L’IPOTESI IN CUI SI DOVEVA FAR RICADERE IL SUO CASO TRA TUTTE QUELLE PROSPETTATE DALLA NORMA AVENDO LO STATO DI EBBREZZA UN ANDAMENTO A “CURVA” NON ERA POSSIBILE, SECONDO QUANTO ASSERITO DAL RICORRENTE, STABILIRE CON CERTEZZA QUALE DELLE IPOTESI APPLICARE.

CON IL SECONDO MOTIVO SEMPRE RIFERENDOSI A QUANTO SOPRA ESPOSTO, LAMENTAVA INVECE, IL FATTO CHE IL GIUDICE AVEVA RITENUTO VALIDA LA PROVA CON L’ETILOMETRO NONOSTANTE LO STRUMENTO AVESSE REGISTRATO UN VOLUME INSUFFICIENTE.

LA SUPREMA CORTE HA CONSIDERATO INFONDATI QUESTI DUE PRIMI MOTIVI DI RICORSO PERCHE’ PER QUANTO RIGUARDA IL PRIMO BISOGNA TENERE IN CONSIDERAZIONE CHE IL RITARDO NELL’ACCERTAMENTO NON ERA DIPESO DA UNA SCELTA DEGLI AGENTI OPERANTI MA DAL FATTO CHE L’ODIERNO RICORRENTE ALL’EPOCA DEI FATTI AVEVA RIFIUTATO IN UN PRIMO MOMENTO DI SOTTOPORSI ALL’ACCERTAMENTO TENENDO IN QUEL FRANGENTE UNA CONDOTTA VIOLENTA ED AGGRESSIVA. SOLO DOPO MOLTO TEMPO, COME SI EVINCE DALL’ANNOTAZIONE REDATTA DAGLI OPERANTI, LO STESSO SI CONVINSE AD EFFETTUARE LA PROVA. QUESTO ATTEGGIAMENTO ED IL CONSEGUENTE RITARDO SONO COMPLETAMENTE ASCRIVIBILI AL SOGGETTO CHE NON PUO’, PERTANTO, LAMENTARE UNA ERRONEA RILEVAZIONE.
MENTRE IL SECONDO MOTIVO VIENE CONSIDERATO PRETESTUOSO POICHE’ IL RICORRENTE DOPO AVER EFFETTUATO CORRETTAMENTE LA PRIMA PROVA SI ERA TROVATO, NELL’EFFETTUARE LA SECONDA, CON UN FLUSSO D’ARIA ESPIRATA DRASTICAMENTE RIDOTTO, ANCHE SE COMUNQUE NON IN MISURA TALE DA NON CONSENTIRE ALL’APPARECCHIO DI SVOLGERE L’ACCERTAMENTO.
IN OGNI CASO GLI OPERANTI AVEVANO BEN DESCRITTO IL QUADRO DEI SINTOMI DEL VISTOSO STATO D’EBBREZZA DELL’ODIERNO RICORRENTE ED IL TASSO ALCOLEMICO DI 1,97 GR/L ERA STATO CONFERMATO DALLE DUE PROVE EFFETTUATE.

PER QUANTO RIGUARDA IL TERZO MOTIVO, INVECE, LA DOGLIANZA RIGUARDAVA LA MANCATA SOSTITUZIONE DELLA PENA CON QUELLA RICHIESTA DALL’IMPUTATO DEL LAVORO DI PUBBLICA UTILITA’, INTRODOTTA CON LA NOVELLA LEGISLATIVA DEL 2010.


QUEST’ULTIMO E’ L’UNICO MOTIVO CORRETTO DI RICORSO PER IL QUALE LA CORTE HA RITENUTO DI RINVIARE PER UN NUOVO ESAME AL GIUDICE DI MERITO. IN EFFETTI E’ UN ERRORE NON APPLICARE IL REGIME MENO AFFLITTIVO AL CONDANNATO E GIA’ IL GIUDICE DI PRIMO GRADO AVREBBE DOVUTO APPLICARE TALE ISTITUTO CONCORRENDO IL MANCATO DISSENSO DELL’IMPUTATO.

HAI BEVUTO TROPPO? TORNI A CASA IN TAXI CON UN VOUCHER DA 5 EURO

Iniziativa «Stupefacente... la vita!» del Comune di Napoli

NAPOLI - Hai bevuto troppo e ti trovi a Napoli? Tranquillo, riceverai il buono taxi per tornare a casa non rischiando di fare male te e gli altri. Tutto ciò è stato previsto grazie all’iniziativa «Stupefacente... la vita!», del Comune di Napoli finanziata dal Dipartimento Politiche Antidroga presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri nell'ambito del progetto quadro Nnidac (Network Nazionale per la prevenzione degli Incidenti Droga e Alcol Correlati). L’iniziativa ha avuto già un grande successo; questo fine settimana, infatti, sono scesi in strada gli uomini della Polizia municipale e i membri dell’associazione «XV Maggio 2011» (nata dopo la morte dei tre ragazzi nel drammatico incidente stradale di via Petrarca). I volontari hanno avvicinato i loro coetanei all’uscita di bar locali notturni e chi risultava positivo all’etilometro, riceveva in omaggio un buono di 5 euro per prendere il taxi lasciando l’auto sul posto.
In poche ore ne sono stati distribuiti una cinquantina. A Piazza Vittoria è stata allestita una specie di «isola dell’ etilometro» dove sono stati fatti continui controlli con la speranza che aree come questa vengano allestite in tutti i punti principali della movida napoletana. «Abbiamo impiegato parte del finanziamento di 73mila euro ottenuto dal governo per acquistare apparecchiature sofisticate e all’avanguardia che ci aiuteranno a perfezionare l’attività di monitoraggio - spiega il capitano Giuseppe Cortese, comandante del reparto radiomobile della polizia municipale - Abbiamo inoltre lavorato sulla formazione del personale destinando a questa tipologia di controlli 350 agenti» Per l’assessore comunale Pina Tommasielli «l’obiettivo è coniugare prevenzione e repressione»: «Con i buoni taxi vogliamo educare i trasgressori ad un comportamento più corretto. Al tempo stesso i controlli servono a stanare i tanti che bevono, fanno uso di droghe o commettono altre violazioni al codice della strada. Già dall’anno scorso stiamo operando in questa direzione. Con i giovani farmacisti abbiamo presidiato i luoghi della movida distribuendo etilometri e avviando una campagna di sensibilizzazione. La sfida è ora rendere stabile questo progetto. Per questo mi adopererò per individuare risorse specifiche da destinare a tale iniziativa, che abbiamo avviato in via sperimentale e che deve continuare. 
Ecco perché non posso approvare manifestazioni come quella svoltasi nei giorni scorsi a San Martino dove venivano distribuite bevande alcoliche anche a minorenni». Il buono di 5 euro potrebbe non coprire l’intera tratta, ma sicuramente è un incentivo a lasciare la propria auto e, soprattutto, rappresenta un fortissimo gesto simbolico verso un problema non trascurabile. La campagna di sensibilizzazione sarà attiva per tutta l’estate, ma solo nei weekend. Oltre allo sconto, sono stati intensificati i posti di blocco che cercheranno di stanare coloro che guidano in stato di ebbrezza.
(fonte: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it: Stefano Crispino)

TRE INCHIESTE DI GUARINIELLO DELLA CITTA' COLABRODO.CHIESTA LA MAPPA DELLE BUCHE.

Sono tre i fascicoli d’indagine sulla «città colabrodo» di Torino, afflitta da buche insidiose e asfalto corroso un po’ ovunque. A condurre le indagini è il pm Raffaele Guariniello, che ha deciso di fare una mappa di tutte le voragini, piccole o grandi, della città e di valutarne anche la pericolosità.  

Via Ormea  
I tre fascicoli riguardano gli ultimi eventi che si sono verificati nei giorni scorsi. Il primo si riferisce all’incidente mortale del 6 maggio scorso, in cui ha perso la vita Ezio Fogli, pensionato di 76 anni, «ucciso da una buca». L’uomo si è inciampato in una «voragine» nell’asfalto, scavata dalla pioggia in un tratto di via Ormea, ed è morto pochi metri dopo: stando all’autopsia disposta dalla magistratura, come conseguenza di un «duplice trauma cranico, al capo e al torace, in seguito alla caduta sul marciapiede». Subito dopo l’incidente una squadra di operai si è precipitata a ricoprire il buco. Il pm Guariniello sta indagando per omicidio colposo: il fascicolo al momento è contro ignoti. Sul caso ha disposto una consulenza per accertare le condizioni di luoghi e le dinamiche dell’incidente. Al momento è in attesa dei risultati.  

Corso Vittorio Emanuele  
Il secondo fascicolo, sempre contro ignoti per ora, ha come ipotesi di reato le lesioni colpose, ed è stato aperto in seguito all’incidente avvenuto la mattina de 25 maggio in corso Vittorio Emanuele II, di fronte alla stazione Porta Nuova. In questo secondo incidente è rimasta ferita una cittadina francese di 72 anni, Arlette Goujon, tutt’ora ricoverata in ospedale, travolta da un motociclista proiettato sul marciapiede a causa di un cratere nell’asfalto. «Mentre procedevo verso Porta Nuova - ha raccontato il motociclista, 32 anni, di La Loggia, alla polizia municipale di Torino - ho notato qualcosa davanti alla mia ruota anteriore. Ho sentito la moto impennarsi e sono scivolato. Sono rimasto stordito per alcuni minuti: quando mi sono ripreso mi hanno detto che ero stato io a finire addosso alla signora». La pensionata era a due passi dall’ingresso della stazione, vicino alla fermata dell’autobus.  
Anche in questo caso gli operai del Gtt sono corsi a ripianare subito la buca che si trovava lungo la rotaia del tram. Un agente della polizia municipale ha fotografato la voragine documentandone la pericolosità, prima che venisse ricoperta con qualche palata di asfalto. In coso Vittorio Emanuele sono intervenuti anche gli ispettori della procura per effettuare un sopralluogo completo dell’area. Sull’altro lato della carreggiata, quasi all’incrocio con piazza Carlo Felice, gli ispettori hanno fotografato dei blocchi sconnessi sulla strada, «sollevati in modo insidioso». 

Burocrazia dei rattoppi  
La terza inchiesta è di carattere più generale, e prende le mosse dall’ipotesi di «messa in pericolo di un numero indeterminato di persone» a causa delle strade cittadine dissestate. Nell’ambito di questo filone, il pm ha chiesto alla polizia municipale di fare una mappa delle buche della città. Un lavoro certosino. Inoltre ha disposto più consulenze per accertare sia la disponibilità delle riserve municipali destinate alle manutenzioni delle strade sia le competenze degli uffici incaricati di gestirle. Infatti sono diversi gli enti che, a seconda della natura della buca, si occupano dei rattoppi: ad esempio Gtt e Smat.  
Con quest’ultima inchiesta Guariniello vuole verificare quanto sia diffuso il problema delle voragini in strada e dell’asfalto deteriorato. I primi dati forniti dalla polizia municipale sono eloquenti: nel 2012 gli interventi dei vigili sono stati 4094, nel primo scorcio di quest’anno 2022, per un totale di 6116 buche in 16 mesi. Nello stesso periodo si sono verificati 732 incidenti, come conseguenza di buche nel fondo stradale e tombini sconnessi. Tra gli atti del pm c’è anche un esposto presentato dal comitato cittadino strademulte.it, inviato anche al Comune e al sindaco di Torino.

(fonte: lastampa.it; di Massimiliano Peggio)

PONTINA, STRADA KILLER: LA POLIZIA STRADALE SCRIVE ALLA PROVINCIA: URGENTE INTERVENIRE

ROMA - Una strada trafficata e tormentata, ad altissimo rischio, dove si registrano ogni anno una media d’incidenti fra le più alte in assoluto, sinistri dovuti per la maggior parte alle cattive condizioni dell’asfalto e alla mancanza d’illuminazione. E non solo: perché la lista dei punti critici è lunga e inquietante. 


IL PERCORSO
Sotto la lente d’ingrandimento della polizia stradale è finita la via Pontina, la strada provinciale di oltre 100 chilometri che dall’Eur si snoda oltre Latina e porta i romani verso il mare del Circeo. Il Compartimento della Stradale del Lazio comandato da Stefano Bastreghi si è rivolto ufficialmente alla Provincia di Roma, preposta al mantenimento della Pontina, attraverso una segnalazione scritta che riguarda il tratto romano della strada che arriva fino al chilometro 37,000. Una denuncia formale, quella della Stradale, che indica una serie di elementi allarmanti che riguardano l’arteria e che la rendono a forte rischio incidenti. Peraltro, la possibilità di sinistri aumenta in modo esponenziale con l’arrivo dell’estate quando il traffico sulla Pontina si raddoppia a causa delle migliaia di romani che nei fine settimana si riversano sul litorale.
La Stradale ha ritenuto opportuno segnalare la grave situazione alla Provincia dopo il maxi-incidente del 13 marzo scorso quando nel tratto romano della strada si verificò uno scontro nel quale furono coinvolti 50 autoveicoli. La segnalazione scritta dalla Stradale è allarmante. In primo luogo dai verbali della polizia viene fatto notare come non sia stato adeguato il rifacimento stradale di alcuni tratti con la copertura di catrame a freddo.

LE EMERGENZE
Accade, sempre secondo gli agenti, che a causa delle condizioni atmosferiche nel giro di poco tempo il catrame si sgretoli creando dei solchi sul manto stradale pericolosissimi per i motociclisti: dei veri e propri binari che portano fuori strada i veicoli a due ruote. Ad occuparsi della manutenzione straordinaria della Pontina è la società per azioni Astral che riceve appalti dalla Provincia. La segnalazione della Stradale fa riferimento anche alla società per azioni. Ad essere ritenuta totalmente insufficiente, inoltre, è anche la segnaletica sia orizzontale che verticale. 

La polizia stradale registra anche l’assenza in alcuni tratti dei cosiddetti delineatori di margine così come sono insufficienti le paline indicanti il chilometraggio. Ancora: la mancanza di «new jersey» e l’eccessiva vegetazione che finisce per coprire i segnali stradali. La pericolosità della via Pontina per gli automobilisti si evince anche dai dati diffusi dall’Aci e dall’Istat nel 2012.

L’ISTAT
La provinciale che porta i romani al mare è una delle strade più pericolose d’Italia in quanto a numero di incidenti per chilometro e di morti per incidenti stradali. Per l’Aci e per l’Istat nel corso del 2012 si sono registrati oltre trecento incidenti sul tratto che da Roma arriva a Terracina. Oltre seicento i feriti e dieci i morti.
Il tratto più pericoloso quindi è proprio quello romano, i primi quaranta chilometri della strada, sul quale si registra una media di otto incidenti ogni chilometro.


(fonte: messaggero.i; di Marco De Risi)

martedì 28 maggio 2013

NON RIESCE A SOSTENERE LA PROVA CON L'ETILOMETRO: LA CASSAZIONE CONFERMA LA CONDANNA EX ART. 186 CDS

La Corte di Cassazione, IV sezione penale, con sentenza n. 22644, depositata il 27 maggio
2013, ha confermato la condanna di un automobilista "pizzicato" in stato di ebbrezza alcolica.

La sentenza di primo grado aveva già confermato che gli elementi di valutazione per i quali le forze dell'ordine avevano ritenuto di contravvenire l'automobilista, desunti da un apprezzamento "visivo" del soggetto, non essendo stato possibile d'altronde effettuare la prova con apposita strumentazione, erano bastevoli per condannare l'imputato.

Il soggetto, già condannato, con la riduzione del rito, alla pena di mesi due di arresto e € 4.000, di ammenda, con sospensione della patente di guida per un anno, ex art. 186 cc. 1 e 2 lett. b) del C.d.S. aveva proposto ricorso affermando che il rilievo del tasso alcolemico non aveva avuto esito vista l'incapacità di soffiare nell’apparecchio a causa delle sue condizioni psico-fisiche.

La Cassazione dichiara infondato il motivo del ricorso perchè, sostiene, la possibilità di configurazione, con elementi sintomatici e pur in mancanza dell'accertamento mediante test, del reato di guida in stato di ebbrezza nelle sue differenti specie "anche con riguardo alle ipotesi di reato caratterizzate da più alti livelli alcolmetrici, purché la decisione risulti sorretta da congrua motivazione (Sez. 4, Sentenza n. 43017 del 12/10/2011 Rv. 251004; Sez. 4, Sentenza n. 279 40 del 07/06/2012 Rv. 253598)".
Nel caso del ricorrente è la sua stessa incapacità ad effettuare il test, in aggiunta ai sintomi indicati, condizione di accertamento del reato 

Sulla base delle considerazioni sopra esposte, quindi, la condanna è lecita anche quando lo stato del guidatore è tale da non consentirgli nemmeno di soffiare nell’apparecchio per effettuare la rilevazione, come dopotutto si poteva rilevare già da orientamento consolidato della Suprema Corte stessa.

UN PICCOLO GESTO DI "CIVILTA'" SEMPRE TROPPO POCO E CON TEMPI A DIR POCO BIBLICI


Femminicidio: ratificata Convenzione Istanbul. 

La Camera approva all'unanimità gli 81 articoli

Con 545 voti a favore su 545, il ddl che contrasta ogni forma di violenza sulle donne passa ora al Senato per l'approvazione. L'Italia è la quinta nazione a ratificarlo dopo Montenegro, Albania, Turchia e Portogallo. Perché sia applicato dovrà essere sottoscritto da almeno 10 Stati, di cui almeno 8 del Consiglio d'Europa


ROMA - L'approvazione è stata accolta da un lungo applauso. Il giorno dei funerali di Fabiana Luzzi (VIDEO) uccisa a sedici anni a Corigliano Calabro, l'Aula della Camera ha dato il via libera unanime alla ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa su "prevenzione e lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica", siglata a Istanbul l'11 maggio 2011. I sì sono stati 545. La proclamazione del risultato è stata fatta dal presidente Laura Boldrini. Il ddl di ratifica passa ora al Senato per l'approvazione defintiva. 

Si tratta del primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che crea un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza.

Un giorno importante. La Convenzione prevede il contrasto ad ogni forma di violenza, fisica e psicologica sulle donne, dallo stupro allo stalking, dai matrimoni forzati alle mutilazioni genitali e l'impegno a tutti i livelli sulla prevenzione, eliminando ogni forma di discriminazione e promuovendo "la concreta parità tra i sessi, rafforzando l'autonomia e l'autodeterminazione delle donne". La Convenzione è stata approvata dal Comitato dei ministri dell'Ue il 7 aprile 2011 e firmata dall'Italia dall'allora ministro Elsa Fornero nel settembre scorso a Strasburgo. 

L'Italia è la quinta nazione a ratificare il testo della Convenzione dopo Montenegro, Albania, Turchia e Portogallo. Perché la Convenzione diventi applicativa dovranno essere almeno 10 gli Stati a sottoscriverla di cui almeno 8 del Consiglio d'Europa.

La vice ministro degli Esteri, Marta Dassù, ha sottolineato che il governo è impegnato in una "azione costante nelle sedi internazionali per sollecitare le ulteriori ratifiche per l'entrata in vigore della Convenzione". "Questa concomitanza fra i funerali di Fabiana Luzzi e il voto di questo Parlamento è altamente simbolica - ha detto Dassù -. Era l'occasione più drammatica che potessimo immaginare per approvare questa importante norma". E dall'Aula è partito un lungo applauso, con tutti i deputati in piedi.
Dassù ha poi ricordato l'impegno della ministra Josefa Idem, oggi in Calabria alla cerimonia funebre.

"Di fronte alla scomparsa di Fabiana ribadisco l'impegno di tutto il governo e del ministero da me guidato a fare della lotta alla violenza di genere un punto qualificante di questa legislatura", ha detto il ministro  per le Pari Opportunità. "Questa ratifica non lenisce il senso di angoscia che mi attanaglia pensando alla vita spezzata di questa ragazza, ma anche di tutte le donne vittime di femminicidio. Sento di dover chiedere perdono a lei e a tutte coloro che sono state uccise per mano di chi abusa della parola 'amore'. Lo stato - ha sottolineato Idem - deve rendere più effettivo il suo impegno, essere ancora più vicino alle vittime e adesso, proprio partendo dalla ratifica della Convenzione, passare alle azioni politiche concrete".

Che il segnale sia concreto così come anche un gesto simbolico è anche il pensiero di Mara Carfagna, portavoce dei deputati Pdl, e relatrice del recepimento della Convenzione di Istanbul. "Con l'approvazione della Convenzione di Istanbul il Parlamento non ha soltanto introdotto norme moderne ed efficaci contro la violenza sulle donne, ma anche compiuto un gesto simbolico da non sottovalutare. E' significativo, infatti, che una delle primissime leggi approvate - con rapidità e consenso unanime - in questa legislatura sia proprio per la sicurezza delle donne, contro il femminicidio. Si tratta certamente di una prova di maturità che fa ben sperare, di un messaggio chiaro di vicinanza alle vittime e di monito ai potenziali aggressori", ha scritto in una nota.

"E' un voto che fa bene e che incoraggia", ha detto Cècile Kyenge, ministro dell'Integrazione. "Non potremo mai assuefarci all'orrore di gravissimi fatti di cronaca contro le donne, ma neanche alla tante e continue violenze domestiche e nei luoghi di lavoro. Mi auguro adesso che il Senato approvi rapidamente il disegno di legge. Nel frattempo, desidero tanto ringraziare le ministre Josefa Idem, Emma Bonino, le colleghe Laura Boldrini e Mara Carfagna, che tanto si sono impegnate per raggiungere questo primo traguardo. Dopo l'approvazione definitiva occorrerà subito lavorare con tanta passione e impegno per conseguire gli ulteriori traguardi voluti dalla convenzione di Istanbul contro la violazione di questi diritti umani".

Cosa dice la Convenzione.
 Si tratta di 81 articoli. In premessa si sottolinea che "il raggiungimento dell'uguaglianza di genere de jure e de facto è un elemento chiave per prevenire la violenza contro le donne" e che "la violenza contro le donne è una manifestazione dei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi, che hanno portato alla dominazione sulle donne e alla discriminazione nei loro confronti da parte degli uomini e impedito la loro piena emancipazione". Ancora in premessa viene riconosciuta "la natura strutturale della violenza contro le donne, in quanto basata sul genere", e che "la violenza contro le donne è uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini".

Obiettivi. Tra gli obiettivi del Trattato c'è anche quello di predisporre "un quadro globale di politiche e misure di protezione e di assistenza a favore di tutte le vittime di violenza contro le donne e di violenza domestica". Di "promuovere la cooperazione internazionale". Di "sostenere e assistere le organizzazioni e autorità incaricate dell'applicazione della legge in modo che possano collaborare efficacemente". 

Con l'espressione 'violenza nei confronti delle donne' si intende identificare "una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne", che comprende "tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che nella vita privata".

L'espressione 'violenza domestica' riguarda "tutti gli atti di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all'interno della famiglia o del nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o partner, indipendentemente dal fatto che l'autore di tali atti condivida o abbia condiviso l a stessa residenza con la vittima".

Le misure da adottare. I Paesi che sottoscrivono la Convenzione "adottano le misure legislative e di altro tipo necessarie per promuovere e tutelare il diritto di tutti gli individui, e segnatamente delle donne, di vivere liberi dalla violenza, sia nella vita pubblica che privata", e "condannano ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne", adottando misure legislative e di altro tipo necessarie per prevenirla, inserendo in Costituzione e negli altri ordinamenti il principio della parità tra i sessi, garantendo "l'effettiva applicazione del principio", prevedendo sanzioni, abrogando le leggi e le pratiche che discriminano le donne. 

Gli Stati firmatari, inoltre, si impegnano a varare misure legislative destinate a "prevenire, indagare, punire i responsabili e risarcire le vittime di atti di violenza commessi da soggetti non statali che rientrano nel campo di applicazione" della Convenzione. Un obbligo che, ovviamente, riguarda anche le stesse amministrazioni statali.

Ong e associazioni. 
Le Nazioni che sottoscrivono il Trattato si impegnano inoltre a promuovere ed attuare "politiche efficaci volte a favorire la parità tra le donne e gli uomini e l'emancipazione e l'autodeterminazione delle donne". Va inoltre sostenuto "a tutti i livelli" il lavoro delle Ong e delle donne e delle associazioni della società civile attive nella lotta alla violenza contro le donne, favorendo "un'efficace cooperazione" con queste organizzazioni.

La Convenzione prevede che gli Stati firmatari istituiscano "uno o più organismi ufficiali responsabili del coordinamento, dell'attuazione, del monitoraggio e della valutazione delle politiche e delle misure destinate a prevenire e contrastare ogni forma di violenza". Importante è anche lo sforzo da compiere per "promuovere i cambiamenti nei comportamenti socioculturali delle donne e degli uomini, al fine di eliminare pregiudizi, costumi, tradizioni e qualsiasi altra pratica basata sull'idea dell'inferiorità della donna o su modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uomini". Un obiettivo da raggiungere coinvolgendo sia il settore pubblico che privato, i media, le scuole.

(fonte: repubblica.it)

PROVVEDIMENTO DEL GARANTE DELLA PRIVACY SUI PERMESSI ZTL RILASCIATI DAL COMUNE DI BOLOGNA


L'Autorità Garante della Privacy ha emesso un provvedimento che prescrive, per il Comune di Bologna, di riportare sui permessi rilasciati per il transito e la sosta nelle zone a traffico limitato  i soli dati indispensabili ad individuare l'autorizzazione rilasciata, omettendo di indicare nome, cognome, ragione sociale o comunque ogni altro dato che sia idoneo ad  identificare direttamente l'interessato.

Tali permessi, infatti, devono essere esposti direttamente nel veicolo e, quindi, per ovvie ragioni di tutela della privacy non deve essere indicato alcun dato sensibile, essendo possibile, comunque, da parte degli accertatori, effettuare dei controlli direttamente tramite gli uffici nel caso di necessità.


lunedì 27 maggio 2013

AL MERCATO BULGARO ANCHE REVISIONI AUTO FALSE: 8 DENUNCE

Al 'mercato bulgaro' anche revisioni auto false: 8 denunce
Certificati di revisione auto bulgari contraffatti nel mirino dell'operazione "Sprinter", condotta dagli agenti della PolStrada e della Polizia Municipale di Forlì.
Al 'mercato bulgaro' anche revisioni auto false: 8 denunce


Certificati di revisione auto bulgari contraffatti nel mirino dell'operazione "Sprinter", condotta dagli agenti della
sezioni di polizia giudiziaria della PolStrada e della Polizia Municipale di Forlì. L'attività investigativa è iniziata in seguito al fermo di due auto in uso a cittadini originari dell'est Europa dotati di falsi certificati di revisione bulgari che ne consentivano di attestare la perfetta corrispondenza ai requisiti minimi di idoneità e di sicurezza per essere posti in circolazione.
Poiché la Municipale ha ritenuto che il fenomeno fosse ramificato su tutto il territorio provinciale, quindi oltre le proprie competenze territoriali, sono stati chiesti ulteriori approfondimenti finalizzati a verificare il luogo di distribuzione di tali certificati di revisione contraffatti dalla PolStrada. Le indagini inizialmente condotte a Forlì unitamente alla Polizia Municipale, hanno permesso di appurare che il luogo ove presumibilmente si svolgeva l’attività di compravendita delle false revisioni poteva trovarsi nel Comune di Cesena.
Pertanto sono stati predisposti mirati servizi finalizzati ad individuare i luoghi ove si concentravano i flussi veicolari di mezzi di nazionalità bulgara. Tale attività ha permesso di appurare che nei pressi della stazione ferroviaria e precisamente nel piazzale Karl Marx, ogni venerdì pomeriggio aveva luogo una consegna di prodotti alimentari ed altro da parte di alcuni corrieri bulgari che effettuano la spola fra il Paese di origine e l’Italia.
Ritenuto che fra tali corrieri potessero individuarsi anche gli autori delle consegne dei falsi certificati di revisione, gli agenti hanno controllato due di loro che erano giunti a bordo di furgoni di nazionalità bulgara. A bordo è stata una busta con cinque falsi certificati di revisione contraffatti, mentre a bordo di un secondo è spuntata una certificazione di revisione originale. La documentazione è stata sequestrata, compresa quella originale in quanto emessa in Bulgaria per un veicolo circolante in Italia, precisamente a Santa Sofia, senza che tale veicolo venisse sottoposto alle prove tecniche di revisione.
Si è proceduto anche al controllo delle persone presenti nel piazzale e nel corso di tale verifica è stata sequestrata una ulteriore certificazione di revisione contraffatta ed una patente di guida bulgara falsa. Sabato anche la Polizia Municipale di Forlì ha provveduto al rintraccio di un’altra certificazione di revisione bulgara contraffatta. Complessivamente l’attività congiunta ha portato al sequestro di nove certificazioni di revisione false e di una patente di guida contraffatta, nonché di quattro auto.
Sono state complessivamente denunciate 8 persone a piede libero, di cui sette per reati di falsità materiale ed una per ricettazione.
Sono in corso ulteriori verifiche per accertare se il flusso di tutta la documentazione, che si ritiene prodotta in Bulgaria e giunta in Italia tramite corrieri, possa avere interessato altre province ed essere ramificato su tutto il territorio nazionale.
L’attività condotta in modo sinergico con la Polizia Municipale di Forlì ha evidenziato come il modello di collaborazione che si va instaurando nella provincia di Forlì – Cesena tra la Polizia Stradale e gli organi di polizia locale incomincia a dare i frutti sperati, attraverso la massimizzazione delle competenze che nel campo della sicurezza stradale la Specialità della Polizia di Stato é in grado di offrire a tutti gli appartenenti delle polizie locali che operano in tale specialistico settore. L’operazione in questione evidenzia come questo modello di lavoro possa rappresentare uno standard operativo da annoverare tra le migliore pratiche nel settore della sicurezza stradale.
(fonte: cesenatoday.it)


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SEGNALATA LA COMMERCIALIZZAZIONE DI POLIZZE CAUZIONI CONTRAFFATTE, COMUNICATO STAMPA DEL 27/05/2013


COMUNICATO STAMPA DEL 27 MAGGIO 2013 

L’IVASS rende noto che sono stati segnalati casi di commercializzazione di polizze cauzione 
contraffatte recanti l’intestazione 
“Totalins Insurance Broker in associazione con Allianz Bulgaria Holding” 

Si richiama l’attenzione sul fatto che: 
la denominazione sociale ALLIANZ BULGARIA HOLDING non appartiene ad alcuna 
compagnia autorizzata o, comunque, abilitata all’esercizio dell’attività assicurativa sul 
territorio italiano; 
la denominazione “TOTALINS INSURANCE BROKER”, non corrisponde a soggetti iscritti 
nel registro unico degli intermediari assicurativi e riassicurativi e nell’elenco degli 
intermediari dell’Unione Europea; detta denominazione è simile a quella dell’intermediario 
bulgaro “TOTAL INS - INSURANCE BROKER”, abilitato ad operare in Italia in regime di 
libera prestazione dei servizi, che ha disconosciuto formalmente tali polizze, denunciando 
l’utilizzo di modulistica contraffatta. 

Si segnala, altresì, che, come anche comunicato dall’Autorità bulgara, le polizze oggetto di 
contraffazione risulterebbero rilasciate dalla società INTERNATIONAL BUSINESS STUDIES 
& CONSULTANCY LTD, con sede in UK, Jason Walk- SE93DJ -Eltham- London,
intermediario non iscritto nel RUI né nell’Elenco annesso al RUI, con il quale l’intermediario 
bulgaro TOTAL INS - INSURANCE BROKER ha dichiarato di non intrattenere alcun rapporto 
di collaborazione.
Pertanto, ad oggi, l’eventuale stipulazione di polizze cauzione recanti l’intestazione 
TOTALINS INSURANCE BROKER in associazione con ALLIANZ BULGARIA HOLDING
comporta per i contraenti l’insussistenza della copertura assicurativa e per la società 
INTERNATIONAL BUSINESS STUDIES & CONSULTANCY LTD lo svolgimento di 
un’attività illegale. 

Più in generale, l’IVASS raccomanda sempre di verificare, prima della sottoscrizione dei 
contratti, che gli stessi siano emessi da imprese regolarmente autorizzate allo svolgimento 
dell’attività assicurativa e che gli intermediari che propongono la sottoscrizione dei contratti 
siano iscritti nel registro unico degli intermediari assicurativi o nell’elenco degli intermediari 
dell’Unione Europea, tramite la consultazione sul sito www.ivass.it: 
− degli elenchi delle imprese italiane ed estere ammesse ad operare in Italia; 
− dell’elenco degli avvisi relativi a “Casi di contraffazione o società non autorizzate”; 
− del registro unico degli intermediari assicurativi e dell’elenco degli intermediari dell’Unione 
Europea. 

I consumatori possono chiedere chiarimenti ed informazioni al Contact Center dell’IVASS al 
numero verde 800-486661 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13.30 oppure, negli altri orari, al 
n. 06/421331. 

Si invitano gli Organi di informazione a dare il massimo risalto al presente comunicato 
nell’interesse dei consumator

TRASPORTO SU STRADA: DISPONIBILI A BREVE NUOVI SERVIZI DI INFORMAZIONE PER CONDUCENTI


Commissione Europea
Comunicato Stampa
Bruxelles, 15 maggio 2013
Trasporto su strada: disponibili a breve nuovi servizi di informazione per conducenti
Oggi la Commissione europea ha adottato due regolamenti volti a promuovere lo sviluppo dei cosiddetti servizi di informazione intelligenti, come le segnalazioni in tempo reale di condizioni stradali pericolose e le informazioni relative ad aree di sosta sicure per conducenti di automezzi pesanti. Questi obiettivi possono essere raggiunti in diversi modi, ad esempio con pannelli a messaggio variabile sulle strade e applicazioni per la trasmissione di informazioni via radio e tramite telefoni cellulari.
La Commissione preme per una maggiore interoperabilità e compatibilità tra questi servizi di informazione in tutta Europa e per renderli accessibili al maggior numero possibile di conducenti nell'ambito della rete stradale transeuropea.
Il Vicepresidente della Commissione Siim Kallas, responsabile per i Trasporti, ha dichiarato: "I sistemi intelligenti sono già una realtà per la maggior parte dei cittadini. Disporre di informazioni tempestive e precise può aiutarci a rendere più sicure le nostre strade e a rendere più efficienti i trasporti."
Contesto
Nel 2012 il numero di vittime della strada è diminuito del 9%, il che significa che gli Stati membri si stanno riportando sull'obiettivo di dimezzare il numero delle vittime di incidenti stradali tra il 2010 e il 2020 (cfr. IP/13/236) Tuttavia ogni giorno sulle strade europee perdono la vita 75 persone.
Tra le principali cause di incidenti figurano il maltempo e il manto stradale scivoloso (all'origine del 15% degli incidenti mortali in Francia e di circa il 20% in Finlandia). Un ulteriore 15% degli incidenti mortali in Francia è riconducibile alla mancata messa in sicurezza del luogo dove si verifica l'incidente. Si stima inoltre che parcheggi pericolosi causino ogni anno 44 morti e 1 430 feriti nell'UE.
Secondo le proiezioni grazie ai servizi di informazione intelligenti sarebbe possibile ottenere una diminuzione fino al 7% della mortalità sulle strade e una riduzione del numero e della gravità degli incidenti. L'applicazione di questi strumenti limiterà inoltre i ritardi causati da incidenti stradali, le emissioni di C02 e il costo di ripristino delle infrastrutture. Inoltre, questi strumenti possono ridurre fino al 30% i tempi di ricerca di aree di sosta dei conducenti di automezzi pesanti.
I nuovi regolamenti non rendono obbligatorio lo sviluppo di servizi di informazione, tuttavia, se e quando gli Stati membri, gli operatori e i fornitori di servizi decideranno di sviluppare e installare tali servizi, dovranno farlo attenendosi alle disposizioni del regolamento.
1. Informazioni sul traffico per segnalare in anticipo i pericoli sulle strade
Il primo regolamento presentato oggi dalla Commissione garantirà che tutti i conducenti dispongano di informazioni tempestive senza incorrere in costi supplementari. I conducenti saranno avvertiti anticipatamente sui pericoli stradali, ad esempio un luogo dell'incidente non ancora messo in sicurezza o condizioni stradali che rendono pericolosa la guida. Al fine di prevenire la diffusione di servizi non compatibili tra di loro, il regolamento stabilisce le principali funzioni e condizioni relative allo sviluppo di tali servizi e al modo in cui dovranno essere messi a disposizione dei conducenti. Tra le informazioni da divulgare dovranno figurare il tipo e il luogo dell'incidente ed eventuali indicazioni stradali.
L'obiettivo della Commissione è un servizio di informazione sul traffico per una maggiore sicurezza sulle strade attivo in tutta la rete stradale transeuropea, anche a livello transfrontaliero. Tuttavia, per confrontare le diverse realtà nazionali e per ottimizzare gli investimenti, gli Stati membri saranno chiamati a individuare gli assi stradali prioritari per la realizzazione di tali servizi di informazione.
2. Aree di sosta sicure per automezzi pesanti e veicoli commerciali
Il secondo regolamento migliorerà le informazioni trasmesse ai conducenti di mezzi pesanti sulle aree di sosta sicure. Con tale iniziativa si mira a prevenire i parcheggi pericolosi degli automezzi sulle corsie di emergenza e ad aiutare i conducenti a rispettare le norme sugli orari di guida. Il regolamento garantisce inoltre l'interoperabilità e la continuità dei servizi di informazione lungo tutta la rete stradale transeuropea, anche transfrontaliera.
Il regolamento definisce la ripartizione delle responsabilità tra operatori pubblici e privati del settore al fine di stabilire norme armonizzate e standardizzate per la raccolta, la condivisione e la diffusione di informazioni.
Le informazioni saranno trasmesse sugli smartphone o tramite pannelli a messaggio variabile e daranno indicazioni sulle aree di sosta, il livello di sicurezza e i servizi offerti. Gli Stati membri selezioneranno le zone prioritarie per le aree di sosta degli automezzi pesanti: quando non ci sarà più disponibilità in un'area di sosta, saranno fornite indicazioni su parcheggi alternativi nella stessa zona.
Prossime tappe
I regolamenti sono stati trasmessi al Parlamento europeo e al Consiglio nel quadro della procedura degli "atti delegati". La Commissione auspica una pubblicazione entro fine giugno.
Una volta pubblicati i due regolamenti, tali servizi saranno messi in pratica a vantaggio dei conducenti.
Per ulteriori informazioni
(fonte: http://europa.eu)

domenica 26 maggio 2013

PER EDUCARE I BAMBINI ALLA SICUREZZA STRADALE E PROTEGGERLI CON ALLEGRIA ARRIVANO I SUPEREROI


L’abbraccio dei supereroi per proteggere i bambini in auto. Arrivano dal Brasile, dove gli incidenti stradali sono una delle principali cause di mortalità infantile, queste cinture di sicurezza con le mani di Batman, Wonder Woman e Flash.

Le cinture speciali, arricchite dalle braccia degli eroi, rendono meno odiose queste cinture per i più piccoli. Il prodotto è stato sviluppato da Fiat in collaborazione con DC Comic’s Justice League. Per i bambini, proteggersi dagli incidenti diventa più divertente e gli adulti faranno meno fatica ad educarli alla sicurezza stradale. Magari il prodotto, dal Brasile, potrebbe arrivare anche qui in Italia.

il video: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=xAyL9owmWik
(fonte: pianetamamma.it)

MULTA PER ECCESSO DI VELOCITA' IN SVIZZERA IMPRESARIO RISCHIA ESTRADIZIONE E CARCERE


Daniel Della Valle, 29 anni, di Costarainera, oggi è corso in fretta e furia a pagare una multa che aveva preso due anni fa in Svizzera, quando, per vacanza, stava andando in Germania. L’autovelox l’aveva beccato in flagranza di eccesso di velocità sull’autostrada.  

Ebbene, in questi giorni, dalla stessa Svizzera, dal cantone Svitto per la precisione, gli è arrivata la notifica della condanna a 4 giorni che dovrà scontare se non pagasse. Le autorità elvetiche lo hanno minacciato di estradizione attraverso accompagnamento coatto tramite la polizia italiana.  

Della Valle, imprenditore edile che quella multa l’aveva proprio dimenticata in un cassetto, ha chiesto lumi in Tribunale a Imperia e persino alle forze dell’ordine ma nessuno gli ha saputo fornire indicazioni: è la prima volta che incappano in una procedura simile che, del resto, rispecchia l’inflessibilità delle autorità svizzere. Alla fine ha chiesto un parere al suo avvocato di fiducia, Nicla Tallone, che gli ha dato l’unico consiglio utile: «Paghi la multa prima che scada».  

Ecco perché, oggi, ultimo giorno per evitare di incappare nell’accompagnamento coatto alla frontiera e poi al carcere di Bennau, dove già gli avevano riservato una cella, Daniel si è precipitato in posta che neanche Bolt. Deve allo Stato svizzero 700 franchi, di cui 440 per le spese processuali, quasi 900 euro. Precisione e sollecito tutti elvetici. «Devo dire che quella multa mi era completamente uscita dalla mente...mai avrei pensato che potevo rischiare di essere estradato....l’ho scampata bella. Però mi chiedo: con gli stranieri che sono multati qui in Italia, il nostro Stato è altrettanto rigoroso?».

(fonte: lastampa.it M. Vezzaro)

SCONTRINI ETILOMETRO CORRETTI A PENNA, PER LA CASSAZIONE MERA IRREGOLARITA’


Corte di Cassazione, quarta sezione penale, sentenza 21064 dell'11 aprile 2013, depositata il 16 maggio

Il caso riguarda un automobilista nei cui confronti si era proceduto per il reato di cui all’art. 186 C.d.S..
Nel corso dell’esecuzione delle due prove con l’etilometro, necessarie per la validità ex art. 379 del Regolamento del Codice della Strada,  però, gli agenti della stradale si erano trovati a dover correggere gli scontrini dei risultati poiché l’orario indicato dagli stessi non coincideva con quello in cui erano state effettuate le prove.

La Corte d’Appello di Cagliari, sezione distaccata di Sassari, aveva già confermato la sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Olbia in quanto “Il Collegio evidenziava che l'intervenuta correzione a penna dell'orario riportato sugli scontrini rilasciati dall'apparecchio misuratore del tasso alcolemico non aveva reso inutilizzabile il relativo elemento di prova, giacché la correzione riguardava l'ora e non i minuti delle effettuate misurazioni. Rilevava, inoltre, che il verbale di accertamento e l'annotazione di P.G. riportavano concordemente l'orario così come corretto.”

Il soggetto proponeva, quindi, ricorso a mezzo del difensore deducendo con il primo motivo la violazione di norme processuali stabilite a pena di nullità e con il secondo motivo, il ricorrente osserva che rimangono dubbie le cadenze temporali delle effettuate prove alcolimetriche, osservava, poi, che la testimonianza dei verbalizzanti non vale a colmare tale lacuna sottolineando, che il verbale dell'accertamento tecnico non documenta la correzione, limitandosi a recepire il dato relativo all'orario di effettuazione delle prove. Con l’ultimo motivo la parte rilevava che, a fronte dell’inutilizzabilità degli esiti del test alcolimetrico lo stato di ebbrezza del prevenuto non può essere provato sulla base di generici elementi sintomatici riferiti dai verbalizzanti.

Il ricorso non può essere accolto in quanto per quel che riguarda la correzione degli scontrini non sussiste alcuna violazione di legge. In ogni caso l'orario di effettuazione delle due prove, indicato nel verbale redatto dalla Polizia Stradale e nella annotazione di servizio, risulta coincidente con gli orari così come corretti ed inoltre occorre sottolineare che la correzione riguarda l’ora e non i minuti di effettuazione delle prove ed è stata effettuata con il solo fine di riallineare il dato relativo all’orario indicato dall’apparecchio utilizzato.

La correzione, pertanto, integra una mera irregolarità poiché considerato che l’orario di effettuazione delle prove coincide esattamente con le indicazioni riportate nel verbale di intervento, che è atto fidefacente, e che le correzioni non mettono in dubbio il rispetto dell’intervallo di tempo di 5 minuti richiesto dalla legge tra le prove si deve ritenere che l’operato dei verbalizzanti non determini inutilizzabilità degli esiti delle stesse.